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lunedì 28 maggio 2012

L'UOMO E IL CONIGLIETTO NANO. Favola per spiegare la pedofilia ai bambini!



In gelateria, un piovoso pomeriggio di festa. Bambini fuori, seduti sulla panchina spalle alla vetrina.
Genitori dentro, viso alla vetrina.
Niccolò entra correndo e si butta tra le gambe di uno sconosciuto seduto accanto a noi.
- Niccolò, cosa fai???
- L’ho chiamato io il bambino.
- In che senso?
Come risposta, infila le mani nella sua borsa ed estrae lui.
Lo mette in braccio a mio figlio, gli sistema le dita e le manine attorno al corpo.
Niccolò esce e si siede sulla panchina accanto a suo fratello Matteo e a un amico di suo fratello.
Il signore esce e si siede tra a loro.
In un attimo vedo la sua mano sulla testa di Matteo. Lo accarezza. Con delicatezza, ripetutamente. Dalla fronte al collo.
Noi, sei osservatori, ci guardiamo. Impossibile: siamo in sei adulti! Sarà un po’ matto e basta.
Esce la mia amica e lui toglie subito la mano dalla testa di mio figlio.
Arriva una bambina a guardare il coniglietto. Lascio la scena con gli occhi per 5 secondi. Mi rigiro e l’uomo in questione si è inginocchiato per terra, ha preso Niccolò sulle gambe e lo cinge con le braccia, sempre con la scusa del coniglio.
La mia amica esce di nuovo e gli toglie il bambino.
Lui entra.
Io entro per prendere le giacche.
- Sono tuoi i due bimbi?
-Si.
-Sembri una bambina anche tu. State andando?
- Si.
-Voglio salutare i bambini
Esce, li chiama tutti per nome, accarezza la testa di Matteo di nuovo.
Ce ne andiamo. Sei adulti allibiti.
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La storia in sé non la commento, mi è stata sufficiente la notte in bianco appena trascorsa tra coniglietti-esca e carezzine varie (certo, si, non ha fatto niente, non ha toccato nulla…si, si. Voi vi permettete di toccare il collo di un bambino in gelateria? O di prendere sulle ginocchia un bambino che non conoscete strusciandovici? E di toccare le mani insistentemente, accarezzando i palmi e il dorso? Io no.)
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Ho approfittato di tutto questo per parlare con i miei figli, cosa che non avevo mai fatto approfonditamente, per non indurre paure inutili.
Ho spiegato loro di non farsi toccare da nessuno, di andare via qualora dovesse capitare, di urlare. Insomma tutte le cose che i genitori raccontano e spiegano ai bambini.
Il fatto di poter ancorare gli ammonimenti alle carezze appena ricevute è stato utile. Ma sorprendente è stata la loro risposta.
Ho parlato in momenti separati a ciascuno di loro, perché hanno età diverse e il linguaggio va adattato alla loro personalità che è diametralmente opposta.
La risposta però è stata la stessa. E mi ha fatto PAURA.
Matteo
- Mamma, ma intanto le carezze erano delicate. Poi come facevo a spostarmi? Avevo paura che ci rimanesse male.
Anche la ‘tenerezza’, quando supera una determinata soglia oltre la quale comincia l’eccitazione dell’adulto (…), soglia che ogni adulto equilibrato ben conosce, è di fatto una violenza perché, come ho scritto sopra, il bambino non ha ancora un apparato psichico abbastanza maturo da contenere quel tipo di eccitazione. (Clotilde Masina Buraggi)
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Niccolò
- Io mi sono sentito “in disagiato” quando mi ha abblazzato e mi ha fatto sedele sulle sue gambe. Ma avevo paula che si offendesse.
Paura di offendere, di ferire, di far rimanere male una persona. (Niccolò, sii educato con gli adulti – Non rispondere male -Non andartene mentre uno ti parla)
Senso di colpa. Di aver fatto rimanere male un adulto. O per aver subito anche solo un’attenzione “estranea” o “diversa”.
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Mi è tornato alla mente un capolavoro letto qualche anno fa di Enzo Baldoni, giornalista e copywriter, scomparso nel 2004.
Attualissimo e diretto. (Come era lui).
Leggetelo. Una ventina di minuti ben spesi.
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Restano aperte infinite domande: a che età è giusto parlarne con i bambini? O meglio, esiste un’età giusta? Non si rischia di inculcare paure poco edificanti (vi ricordate le caramelle-dagli-sconosciuti da cui ci mettevano in guardia i nostri genitori?)? Qual è il discrimine da spiegare? La regola del “Qui non si tocca vede il discrimine nella biancheria intima: no, io non sono d’accordo assolutamente. Cosa dire e cosa non dire? Come parlare senza confonderli? Che linguaggio utilizzare?
Io navigo a vista. Ma anche a buon senso. Quello che ho visto ieri non mi è piaciuto. Solo vorrei capire quando e come parlare ai bimbi. Perché non c’è nulla di peggio di qualcosa spiegato male e in maniera stonata.

FONTE: http://www.mammaimperfetta.it/2012/05/02/pedofilia-spiegata-ai-bambini/

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